Le società sportive dilettantistiche: tra novità normative e riflessioni operative

Il mondo dello sport dilettantistico si prepara ad affrontare importanti novità, in un contesto già profondamente segnato dalla Riforma dello Sport. Un tema oggi al centro dell’attenzione è la possibilità per le società sportive dilettantistiche (SSD) costituite in forma di società di capitali, senza scopo di lucro, di trasformarsi in società lucrative. Un passaggio tutt’altro che marginale, che apre riflessioni di natura fiscale, civilistica e organizzativa. 

Come evidenziato nel documento di sintesi redatto da Assonime (Note e Studi n. 3/2024), il nodo cruciale riguarda il regime fiscale agevolato previsto dalla Legge n. 398/1991, a cui oggi possono accedere anche le SSD costituite in forma societaria. Tuttavia, resta aperto il dibattito sulla possibilità di mantenere tali benefici anche in caso di trasformazione in società lucrative, in assenza di uno specifico divieto normativo. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con la risposta a interpello n. 509/2019, aveva lasciato intravedere spiragli in tal senso, riconoscendo l’applicabilità della legge 398/91 anche alle SSD lucrative, purché iscritte nel Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche (RAS). 

La questione si inserisce nel più ampio processo di razionalizzazione della normativa sportiva, avviato con il d.lgs. 36/2021 e i decreti successivi, che mirano a uniformare e semplificare la disciplina delle associazioni e società sportive dilettantistiche. In questo scenario, l’Agenzia delle Entrate non si è ancora espressa in via ufficiale sul regime da applicare alle SSD che decidessero di mutare forma giuridica, generando incertezza tra gli operatori. 

Sul piano operativo, la possibilità di adottare una forma lucrativa potrebbe rappresentare un’occasione per quelle realtà che intendono sviluppare attività commerciali più strutturate, accedere con maggiore flessibilità al mercato e attrarre investitori. Tuttavia, occorre tenere in debita considerazione i rischi di una perdita di identità sportiva e valoriale, soprattutto in assenza di un’adeguata governance. 

In attesa di chiarimenti ufficiali da parte dell’Amministrazione finanziaria, le SSD interessate a questo tipo di trasformazione sono chiamate a una valutazione attenta e consapevole, accompagnata da un supporto professionale qualificato. Il consiglio resta quello di procedere con cautela, monitorando l’evoluzione normativa e tenendo sempre al centro la missione sociale e sportiva che costituisce il cuore pulsante del dilettantismo italiano.