Diversità, equità e inclusione: un’opportunità strategica per le imprese
Negli ultimi anni, il concetto di Diversità, Equità e Inclusione (DEI) ha superato i confini della responsabilità sociale per affermarsi come un autentico vantaggio competitivo per le imprese. Le organizzazioni che integrano la DEI all’interno delle proprie strategie non solo rafforzano il senso di appartenenza e il benessere delle persone, ma migliorano anche le performance aziendali e la capacità di attrarre talenti qualificati.
Una recente ricerca, pubblicata dal Sole 24 Ore in collaborazione con un’importante società internazionale di analisi dati, ha analizzato i report di sostenibilità, i siti web istituzionali e i piani industriali delle principali aziende italiane, identificando i veri leader in ambito DEI. I risultati confermano un trend ormai consolidato: la DEI è sempre più centrale nelle politiche ESG, tanto da diventare in alcuni casi criterio di selezione dei fornitori.
Anche dal punto di vista normativo si registrano segnali importanti. Nonostante alcune incertezze internazionali – come il recente ridimensionamento delle politiche DEI negli Stati Uniti – molte realtà italiane stanno scegliendo volontariamente di dotarsi di certificazioni dedicate, come la UNI/PdR 125 per la parità di genere o la ISO 30415 sulla gestione della diversità e dell’inclusione. L’adozione di queste certificazioni non è solo una questione di conformità, ma un modo concreto per strutturare processi interni più equi e inclusivi.
In questo contesto, anche l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità sta assumendo un ruolo sempre più rilevante. La Riforma sulla Disabilità (D.Lgs. 62/2024) punta a promuovere un nuovo sistema di supporto al progetto di vita, favorendo l’autonomia e l’inserimento sociale e lavorativo.
Dopo una prima sperimentazione avviata a gennaio in 9 province, la riforma entrerà a regime nel 2027, ma già da settembre 2025 verrà estesa ad altre 11 province, raggiungendo circa 8 milioni di abitanti.
Molte aziende italiane, in attesa della piena attuazione normativa, stanno già adottando buone pratiche in materia di accessibilità: dall’abbattimento delle barriere architettoniche e digitali alla rimodulazione degli spazi lavorativi, dalla formazione sul disability management all’introduzione di figure professionali specializzate come il Disability Manager.
Non mancano le collaborazioni con enti del Terzo Settore, per costruire veri ecosistemi inclusivi.
Il messaggio è chiaro: l’inclusione non è solo un dovere etico, ma una leva strategica. Integrare le politiche DEI nella governance aziendale significa creare ambienti di lavoro più giusti, attrattivi e resilienti, capaci di generare valore nel tempo.
In un’epoca in cui sostenibilità, inclusione e reputazione sono sempre più intrecciate, le imprese che sapranno adottare un approccio integrato usciranno rafforzate non solo in termini di immagine, ma anche di competitività.