Importanti novità nel ravvedimento operoso: nuove riduzioni delle sanzioni e possibilità di cumulo giuridico

La riforma fiscale ha introdotto significative modifiche nel sistema delle sanzioni tributarie, sia amministrative che penali, con l’obiettivo di rendere il sistema più proporzionato. La recente approvazione del decreto legislativo da parte del Consiglio dei Ministri il 21 febbraio 2024 rappresenta un passo cruciale in questa direzione, attuando la legge delega per la riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111). Questo decreto apporta una revisione sostanziale al D.Lgs. 472/97, che disciplina le “disposizioni generali” in materia di sanzioni amministrative per violazioni tributarie. Principali modifiche introdotte dal decreto legislativo L’articolo 3 del decreto introduce nuovi principi e modifica diversi istituti di carattere generale che da oltre vent’anni regolano il sistema sanzionatorio tributario amministrativo. Tra le innovazioni di maggiore rilievo, vi è la revisione del ravvedimento operoso, disciplinato dall’articolo 13 del D.Lgs. 472/97. Questo strumento permette di sanare le violazioni commesse pagando una sanzione ridotta in base al tempo trascorso tra la violazione e la regolarizzazione da parte del contribuente. Novità sul ravvedimento operoso Una delle novità più significative della riforma è la possibilità di applicare il cosiddetto cumulo giuridico anche in caso di ravvedimento operoso. Questa innovazione consente, in presenza di più violazioni, di scontare una sanzione unica. In passato, in caso di ravvedimento operoso riguardante più violazioni, l’Agenzia delle Entrate ha sempre negato l’applicabilità del cumulo giuridico, obbligando il contribuente a calcolare l’importo dovuto sommando le sanzioni previste per ciascuna violazione (cumulo materiale) e applicando successivamente le riduzioni previste dall’articolo 13. Ad esempio, una violazione per omessa fatturazione con IVA evasa e la conseguente dichiarazione annuale infedele richiedeva di sommare le sanzioni per entrambe le violazioni e applicare poi le riduzioni.

 

Con la nuova normativa, il contribuente potrà, se conveniente, applicare le percentuali di riduzione previste dal ravvedimento a una sanzione unica, costituita dalla sanzione per la violazione più grave, debitamente aumentata. Introduzione del contraddittorio preventivo Un’ulteriore modifica riguarda l’introduzione delle nuove regole del contraddittorio preventivo, previsto dall’articolo 6-bis dello Statuto del Contribuente. In particolare, il legislatore ha introdotto specifiche ipotesi di ravvedimento con diverse riduzioni di cui il contribuente potrà beneficiare dopo aver ricevuto la comunicazione del cosiddetto schema d’atto, previsto dall’articolo 6-bis, comma 3, della L. 212/2000. Sanzioni tributarie: riduzioni fino al 120% Il Consiglio dei Ministri ha varato la nona riforma del sistema sanzionatorio tributario, riducendo drasticamente la severità delle sanzioni. Questo intervento legislativo, applicabile alle violazioni commesse dal 1° settembre 2024 in poi, mira a rendere le sanzioni meno afflittive e più proporzionate, avvicinandole ai parametri europei. La riforma prevede una riduzione delle sanzioni amministrative da un quinto a un terzo, con la possibilità di ridurle fino a un quarto in caso di manifesta sproporzione tra violazione e sanzione. Violazioni gravi e recidiva In caso di violazioni di particolare gravità, la sanzione fissa, proporzionale o variabile, può essere aumentata. Per i recidivi, cioè coloro che commettono una violazione analoga entro tre anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna, la sanzione sarà raddoppiata. Modifiche alle sanzioni penali La riforma contempla anche significative modifiche al regime delle sanzioni penali, conformandosi agli orientamenti giurisprudenziali in materia di non punibilità. In particolare, sono previste cause di non punibilità per omessi versamenti di IVA e ritenute in presenza di crisi di liquidità non transitorie, accertate giudizialmente, e per situazioni di forza maggiore. Sequestro e confisca La riforma limita l’ambito applicativo del sequestro finalizzato alla confisca, rendendolo applicabile solo in presenza di rischi concreti di dispersione del patrimonio. In altri termini, il sequestro e la confisca saranno necessari solo se il debitore potrebbe depauperare volontariamente il proprio patrimonio, danneggiando gli interessi del Fisco. Se il reo sta regolarizzando la sua posizione debitoria, il sequestro non sarà necessario. Ulteriori alleggerimenti Un ulteriore alleggerimento è previsto per i debitori che, prima della chiusura del dibattimento di primo grado, estinguano il debito o si accordino per una rateizzazione. In questi casi, le sanzioni saranno dimezzate e non verranno applicate pene ulteriori. Conclusione La riforma fiscale del 2024 rappresenta un cambiamento significativo nel panorama delle sanzioni tributarie italiane, introducendo misure che promuovono una maggiore equità e proporzionalità. L’attenzione rivolta al ravvedimento operoso, con l’introduzione del cumulo giuridico e le nuove modalità di riduzione delle sanzioni, offre ai contribuenti strumenti più efficaci per la regolarizzazione delle loro posizioni fiscali. Le modifiche alle sanzioni amministrative e penali, con riduzioni che avvicinano i parametri italiani a quelli europei, segnano un’importante svolta verso un sistema meno punitivo e più orientato alla compliance fiscale. Inoltre, le nuove regole per il contraddittorio preventivo e la limitazione dell’ambito applicativo del sequestro e della confisca dimostrano un impegno del legislatore a bilanciare la necessità di combattere l’evasione fiscale con la tutela dei diritti dei contribuenti. Nel complesso, la riforma non solo mira a punire i comportamenti fraudolenti e omissivi, ma tende anche una mano ai contribuenti in difficoltà, delineando un quadro normativo più giusto e trasparente.