Nuove disposizioni e agevolazioni per i trasferimenti in Italia

Il D.Lgs. 209 del 2023 ha apportato importanti modifiche ai criteri di determinazione della residenza fiscale delle persone fisiche, con l’obiettivo di ampliare il numero di contribuenti soggetti all’IRPEF.

Secondo l’articolo 1, sono considerate residenti le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta, tenendo conto anche delle frazioni di giorno, hanno domicilio o residenza nel territorio italiano o sono presenti nel paese.

LE PRINCIPALI NOVITA’

Le novità significative includono:

– il conteggio delle frazioni di giorno ai fini del periodo di permanenza nel territorio;

– l’introduzione del concetto di “domicilio” basato sul luogo principale delle relazioni personali e familiari;

– un criterio di collegamento sostanziale legato alla presenza effettiva nel territorio italiano.

Si passa da una presunzione legale assoluta a una presunzione relativa riguardo all’iscrizione all’Anagrafe della popolazione residente, consentendo all’Amministrazione finanziaria di dimostrare, con opportuni accertamenti, che un soggetto non è fiscalmente residente in Italia, nonostante l’iscrizione all’anagrafe.

Ciò impone a chi è iscritto all’Anagrafe di verificare di possedere almeno uno degli altri requisiti per mantenere la qualifica di residente e i relativi vantaggi fiscali.

Il decreto non menziona lo “split year”, mantenendo l’anno fiscale invariato e richiedendo che i requisiti per acquisire la residenza fiscale siano soddisfatti per la maggior parte del periodo d’imposta (183 giorni nell’anno fiscale, 184 in caso di anno bisestile), rendendo problematici i trasferimenti di residenza a metà anno solare.

 

I REGIMI SPECIALI

Riguardo ai regimi speciali, l’articolo 5 introduce un nuovo regime agevolativo per i lavoratori impatriati dal periodo di imposta 2024. Si prevede una detassazione del 50% dei redditi di lavoro dipendente e autonomo prodotti in Italia dai lavoratori che trasferiscono la residenza nel paese, entro un limite di 600.000 euro, con specifiche condizioni, tra cui elevata qualificazione. La detassazione sale al 60% se il lavoratore ha figli minori o ne ha un nuovo durante il periodo di fruizione del regime.

Il legislatore ha introdotto requisiti temporali più ampi per evitare abusi: i lavoratori non devono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti il trasferimento e devono impegnarsi a risiedere fiscalmente nel paese per almeno quattro anni.

Per i lavoratori distaccati, sono previste restrizioni legate al periodo di impiego in Italia, al fine di evitare abusi. Il nuovo regime, tuttavia, impedisce il lavoro in modalità “smart working” per la maggior parte del periodo d’imposta e abroga la maggiorazione dell’agevolazione per i lavoratori impatriati nelle regioni del Mezzogiorno.

Queste ultime restrizioni possono rappresentare una sfida per coloro che pianificano di trasferire la residenza fiscale in Italia a partire da quest’anno.

Le nuove disposizioni saranno applicate a partire dal periodo di imposta 2024.