Prevenire è meglio che curare

Pubblicato su Il Libero Professionista n°19 – anno 23 (confprofessioni.eu)

Le nuove norme sugli Assetti Organizzativi, Amministrativi e Contabili per le PMI vanno visti positivamente e affrontati in modo proattivo perché una gestione più attenta dell’impresa genera fiducia tra gli stakeholder e apre le porte a maggiori possibilità di crescita e investimento.
Una trasformazione silenziosa, ma significativa, che richiede un nuovo approccio orientato verso il lungo termine, la sostenibilità e la responsabilità sociale.

Migliorare la gestione aziendale in tutte le sue sfaccettature per prevenire eventuali crisi. Con questo intento il 7 luglio 2023 il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e de- gli Esperti Contabili (CNDCEC) ha pubblicato il documento As- setti Organizzativi, Amministrativi e Contabili: profili civilistici e aziendalistici, il cui intento è quello di dare una risposta alle esigenze normative e legali vigenti che richiedono alle imprese di stabilire adeguati assetti organizzativi.

In particolare, gli articoli 2086 del Codice Civile, in vigore dal 16 marzo 2019 così come modificato dall’art. 375 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (di seguito CCII), e dall’articolo 3 della suddetta CCII, d.lgs. 12 gennaio 2019 n. 14 in vigore dal 15 luglio 2022, sono stati il fulcro di questa iniziativa. L’articolo 2086 del Co- dice Civile, noto come “Gestione dell’impresa”, definisce il ruolo dell’imprenditore come colui che ha l’onere di garantire che i suoi dipendenti adempiano agli obblighi aziendali identificando o correggendo eventuali “carenze” organizzative. La norma, in sostanza, seppur indirettamente, impone all’impresa l’adozione degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili in grado di soddisfare i criteri di efficienza e adattabilità richiesti per prevenire crisi future.

L’obiettivo, infatti, è quello di anticipare eventuali segnali di crisi; il che richiede un approccio proattivo basato sulla creazione di una solida struttura aziendale, sulla sorveglianza continua e sul- la capacità di prevedere le sfide future. Questo non solo assicura una maggiore stabilità finanziaria, ma contribuisce anche a con- solidare la posizione dell’azienda sul mercato. L’articolo 3 del CCII è altrettanto rilevante. Esso richiede misure specifiche volte a garantire la rilevazione tempestiva delle crisi aziendali attraverso un’attenta analisi degli squilibri patrimoniali e finanziari specifici dell’impresa, nonché l’acquisizione delle informazioni necessarie per applicare una dettagliata lista di controllo al fine di valutare la fattibilità di un piano di risanamento.

5 CHECKLIST PER LE PMI

Con l’obiettivo di fornire strumenti operativi a supporto dell’attività professionale, il 25 luglio scorso il CNDCEC, ha pubblicato il documento Assetti Organizzativi, Amministrativi e Contabili: Checklist Operative, uno strumento prezioso per imprese e professionisti perché fornisce 5 checklist personalizzabili, progettate per agevolare la valutazione dell’adeguatezza degli assetti aziendali in conformità con le specifiche esigenze di ciascuna azienda. La buona gestione spazia dall’analisi del modello di business, nella sua validità, formalizzazione e condivisione, fino all’esame delle minacce e opportunità dell’ambiente circostante in considerazione dei punti di forza e di debolezza dell’azienda. Vengono poi presi in considerazione i processi informativi, nella loro struttura e adeguatezza ai flussi di lavoro, includendo anche la valutazione dei rischi legati all’attività di gestione.

In merito agli assetti organizzativi grande enfasi viene poi posta sull’adeguata individuazione, formalizzazione e condivisione della struttura organizzativa, in tutte le sue funzioni e processi di delega o autorizzativi, con una valutazione costante delle competenze delle risorse umane e della sostenibilità nella sua più ampia accezione. Una semplificazione particolarmente utile alle Pmi, che potrebbero trovare questa transizione impegnativa (poiché spesso sono abituate a seguire le solite pratiche aziendali) e spesso hanno risorse limitate a disposizione per affrontare l’adeguamento agli obblighi normativi. È essenziale, pertanto, evitare di sovraccaricarle con one- ri e regolamenti e assicurarsi che l’applicazione delle leggi tenga conto delle specificità di ciascuna azienda. Al fine di garantire una vigilanza costante sulla gestione e di identificare prontamente situazioni di crisi, è necessario che l’imprenditore valuti attentamente la struttura organizzativa della propria azienda e il livello di dettaglio delle informazioni richieste, anche considerando fattori esterni che influenzano l’ambiente più ampio in cui l’impresa opera e che possono condizionarla. Questa valutazione mira a definire una configurazione che, pur presen- tando vantaggi, non risulti ecces- sivamente complessa o gravosa.

LA PROPORZIONALITÀ

È importante, infatti, tenere in dovuta considerazione i concetti di proporzionalità e di ragionevolezza per cui gli assetti, da istituire in ogni impresa, devono essere adeguati alla natura e alle dimensioni della stessa, il che implica, nell’ambito dell’organizzazione imprenditoriale, la differenziazione delle procedure, processi e modelli in considerazione della natura e delle dimensioni dell’impresa.

Ne consegue che nelle imprese di minori dimensioni o con attività meno complesse, l’applicazione delle previsioni contenute nell’art. 2086, secondo comma, c.c. ovvero nell’art. 3, commi primo e secondo, del Codice della crisi, dovrebbe essere soddisfatta con la predisposizione di protocolli organizzativi i quali, ancorché semplici e ridotti alle tipologie funzionali più elementari, risultino comunque adeguati rispetto alle caratteristiche dell’impresa. Pertanto, la predisposizione di un assetto organizzativo costituisce per gli amministratori un obbligo che può comunque essere efficacemente assolto in considerazione dell’adeguatezza alla natura dell’attività esercitata e alla dimensione dell’impresa, tenuto sempre pre- sente che le scelte organizzative devono essere contestualizzate nell’ambito del merito gestorio e sono quindi insindacabili nei limiti in cui siano razionali, non connotate da imprudenza e accompagnate dalle verifiche idonee (principio della business judgment rule).

Il principio della proporzionalità è stato riconosciuto anche dalla giurisprudenza che ha individuato, anche in ambito di crisi di impresa, un’esenzione da responsabilità per l’amministratore che si sia mosso tempestivamente nella ricerca della soluzione maggiormente adatta, seppur questa si sia rivelata successivamente inutile o inadeguata rispetto al fine.

AZIENDE PIÙ EFFICIENTI

È evidente, pertanto, che le azien- de si trovano ora ad affrontare una crescente pressione dovuta agli obblighi normativi e amministrativi. Tuttavia, sebbene inizialmente l’adempimento di questi obblighi possa sembrare un onere burocratico gravoso, le imprese più avvedute stanno già comprendendo che ciò può essere trasformato in opportunità per una gestione aziendale più efficiente e sostenibile. Una gestione più attenta, infatti, non solo genera fiducia tra gli stakeholder, ma apre anche le porte a maggiori possibilità di crescita e investimento. Questa trasformazione è silenziosa, ma estremamente significativa, in quanto richiede un nuovo approccio alla gestione aziendale orientato verso il lungo termine, la sostenibilità e la responsabilità sociale. Oggi, le imprese non pos- sono più essere viste come entità isolate: sono parte integrante di sistemi economici e sociali interconnessi e ignorare questa interdipendenza sarebbe un grave errore. Le aziende devono comprendere che le loro azioni hanno impatti che vanno oltre i confini delle loro strutture. La gestione responsabile è diventata un im- perativo per affrontare i complessi problemi globali, come le sfide ambientali e sociali.

Le nuove regole riguardanti gli as- setti organizzativi e gli strumenti di rilevamento delle crisi non dovrebbero, pertanto, essere viste come semplici formalità burocratiche. Al contrario, dovrebbero es- sere considerate il fondamento di un nuovo approccio alla gestione aziendale perché aiutano le aziende a sviluppare la consapevolezza e le competenze necessarie per affrontare i rischi in modo efficace.

UNA LEVA PER I PROFESSIONISTI

Numerose aziende affrontano in maniera proattiva la gestione dei rischi per ottenere vantaggi competitivi evidenti. Questa pratica migliora la qualità delle decisioni aziendali, consentendo un’allocazione più precisa delle risorse e una pianificazione strategica. Riduce gli sprechi, individuando inefficienze e costi nascosti, spe- cialmente vitali per le PMI. Inoltre, promuove l’innovazione, stimolando soluzioni creative di fronte a ostacoli. Infine, favorisce la resilienza, consentendo alle imprese di affrontare le crisi in modo più agile, garantendo maggiore sopravvivenza e crescita aziendale.

La strada verso un futuro soste- nibile comporta una “trasformazione”: una sfida, ma allo stesso tempo un’opportunità per le imprese di guidare il cambiamento e creare un futuro più sostenibile per sé stesse e per la società nel suo complesso. Anche le attività professionali che aspirano a una crescita sostenibile nel lungo periodo non sono esenti da questo tipo di considerazioni organizzative e gestionali, poiché operano nell’ambito di uno scenario competitivo globalizzato e sfidante, anche nell’ottica di rispondere in maniera adeguata alle aspettative di una clientela sempre più esigente, sia in termini qualitativi che economici. In conclusione, la conformità non dovrebbe essere interpretata come un peso, ma come una leva per l’efficienza e la sostenibilità.

I soggetti che adottano questa prospettiva si trovano in una posizione ideale per affrontare le sfide future, prosperare in un ambiente in continua evoluzione e contribuire in modo significativo alla società e all’economia.