Introduzione della Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle Imprese (CSRD) in Italia
Nel giugno 2024, il governo italiano ha introdotto importanti cambiamenti nella trasparenza aziendale e nella sostenibilità, implementando la Direttiva Europea sulla Rendicontazione di Sostenibilità delle Imprese (CSRD) secondo la normativa UE 2022/2464. Questa nuova direttiva rappresenta una svolta significativa rispetto alla precedente normativa sulla rendicontazione non finanziaria (Decreto Legislativo 254/2016), promuovendo un approccio più ampio e dettagliato alla rendicontazione della sostenibilità.
Comprendere la CSRD e i Suoi Requisiti
La CSRD richiede alle aziende di includere una “Dichiarazione di Sostenibilità” nel bilancio di esercizio, in conformità con l’articolo 2428 del Codice Civile italiano. Questa dichiarazione deve fornire una visione chiara degli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) dell’azienda, includendo anche le implicazioni lungo la catena del valore, sia a monte che a valle.
Caratteristiche principali della CSRD:
- Ampiezza del campo e dei contenuti:
- La direttiva impone la divulgazione degli impatti ESG diretti e indiretti, richiedendo un’analisi dettagliata di tutta la catena del valore, inclusi fornitori e clienti.
- È obbligatorio adottare il Formato Elettronico Unico Europeo (ESEF) per la rendicontazione, utilizzando l’XHTML con tag XBRL per migliorare l’accessibilità e collegare i dati al futuro Punto di Accesso Unico Europeo (ESAP).
- Quattro sezioni principali della dichiarazione di sostenibilità:
- Informazioni generali: Include la governance, la gestione degli impatti, la strategia aziendale e le principali metriche.
- Informazioni ambientali: Affronta le problematiche ambientali significative, gli obiettivi della Tassonomia UE e le normative sul clima.
- Informazioni sociali: Si concentra su questioni sociali rilevanti e aspetti di doppia materialità.
- Informazioni sulla condotta aziendale: Dettaglia la condotta e la governance aziendale in relazione alla sostenibilità.
- Formato e Accessibilità:
- I rapporti devono essere pubblicati gratuitamente sui siti web aziendali per garantire l’accesso agli stakeholder, rafforzando così la trasparenza.
Implementazione in Italia
Il governo italiano ha allineato la normativa nazionale alla CSRD tramite un decreto legislativo approvato il 10 giugno 2024. Questo decreto introduce l’obbligo di integrare gli aspetti ESG nel bilancio di esercizio, sottolineando la trasparenza e la conformità con gli ESRS (Standard Europei di Rendicontazione della Sostenibilità). L’integrazione dei fattori ESG nei bilanci aziendali evidenzia l’importanza della direttiva nel rimodellare le pratiche di rendicontazione aziendale.
Impatto sulle Aziende Quotate:
Per le aziende quotate in borsa, la CSRD non solo richiede l’inclusione dei dati ESG nei bilanci aziendali, ma estende anche le responsabilità degli organi amministrativi e dei dirigenti. La verifica dei rapporti di sostenibilità ricade ora sotto la responsabilità di questi organi, aumentando la responsabilità aziendale.
Inoltre, le aziende devono facilitare la comunicazione interna sulle questioni di sostenibilità, promuovendo la consapevolezza e il coinvolgimento dei dipendenti.
Implicazioni per PMI e Micro-Imprese:
Le piccole e medie imprese (PMI) e le micro-imprese beneficiano di una certa flessibilità nell’adozione della CSRD. Sebbene non siano obbligate a redigere un bilancio di esercizio, possono volontariamente emettere una “Dichiarazione di Sostenibilità”, seguendo standard ESRS semplificati.
Tre modelli di rendicontazione sono stati proposti per le PMI:
- Modello Base: Adatto alle micro-imprese, si concentra su divulgazioni essenziali senza analisi di doppia materialità.
- Modello Narrativo (PAT): Per le PMI con politiche e obiettivi stabiliti, richiede un’analisi di doppia materialità.
- Modello Partner Commerciale (BP): Fornisce informazioni aggiuntive per stakeholder come banche e investitori, enfatizzando la doppia materialità.
Il contenuto di questi rapporti include generalmente una sintesi della strategia aziendale, delle politiche di sostenibilità, delle azioni per migliorare la gestione ESG, degli impatti negativi maggiori, dei rischi e degli indicatori di prestazione chiave.
Adozione e divulgazione
L’adozione e la pubblicazione della Dichiarazione di Sostenibilità seguono i tempi previsti per i bilanci aziendali, coinvolgendo gli organi di governance aziendale. Per le aziende non soggette al mandato CSRD, in particolare quelle che non producono un bilancio di esercizio, la dichiarazione può essere diffusa tramite piattaforme digitali o direttamente agli stakeholder.
Considerazioni aperte
L’integrazione della Dichiarazione di Sostenibilità nel bilancio di esercizio o in un documento separato sottolinea il ruolo critico degli impatti ESG nella governance aziendale. Questa evoluzione non solo eleva l’importanza delle considerazioni sulla sostenibilità ma allinea anche i dati finanziari e di sostenibilità, creando un solido set informativo.
Tuttavia, le aziende devono rimanere vigili riguardo all’accuratezza della loro rendicontazione di sostenibilità per evitare rischi reputazionali e potenziali responsabilità legali, come la falsa comunicazione sociale o la frode.
In conclusione, la CSRD rappresenta un passo significativo verso l’incorporazione della sostenibilità nei quadri di rendicontazione aziendale in Italia.