Strumenti per il governo e la gestione dei fattori ESG: un pilastro per la competitività sostenibile
In un contesto normativo in rapido sviluppo e sempre più orientato alla valutazione della sostenibilità delle imprese, la gestione strutturata dei fattori ESG (Environmental, Social, Governance) rappresenta un elemento imprescindibile di resilienza, reputazione e vantaggio competitivo. Le imprese, e in particolare le PMI, possono oggi dotarsi di strumenti concreti per affrontare con efficacia e credibilità le sfide della transizione sostenibile.
Tra questi strumenti, un ruolo chiave è ricoperto dai sistemi di gestione certificati, che non solo facilitano l’organizzazione interna e il monitoraggio dei processi, ma diventano un asset strategico nella relazione con stakeholder, partner di filiera, investitori e clienti.
Certificazioni ESG: strumenti concreti per strutturare l’impresa sostenibile
I sistemi di gestione e le certificazioni rappresentano un tassello, non il quadro completo, dell’adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile (OAC). Tuttavia, la loro adozione costituisce una base solida su cui costruire strategie ESG efficaci e verificabili.
Per l’ambiente (“E”):
- ISO 14001: per il sistema di gestione ambientale.
- ISO 50001: per l’efficienza energetica.
- EMAS ed Ecolabel: per la gestione ambientale e l’impatto ecologico di prodotti e servizi.
- ISO 14021/14024/14025: certificazioni di prodotto, anche sulla base del ciclo di vita (LCA).
Per il sociale (“S”):
- ISO 45001: sicurezza e salute sul lavoro.
- UNI/PdR 125:2022: parità di genere.
- ISO 27001: sicurezza delle informazioni.
- ISDP 10003: protezione dati e diritti fondamentali.
- SA 8000: responsabilità sociale, tutela e valorizzazione del capitale umano.
Per la governance (“G”):
- Codice Etico: carta valoriale dell’impresa, volontaria ma strategicamente rilevante.
- Modello 231/2001: modello organizzativo di prevenzione dei reati e gestione dei rischi, raccomandato anche in assenza di obbligo.
- Principi di corporate governance per società non quotate (Nedcommunity): linee guida volontarie per rafforzare trasparenza, controllo e orientamento alla crescita.
- ISO 37001: sistemi di gestione anticorruzione.
- ISO 22301: business continuity e resilienza organizzativa.
ISO 31000: un sistema di riferimento per il risk management ESG
La UNI ISO 31000, lo standard internazionale sulla gestione del rischio, offre principi e linee guida generali applicabili a ogni organizzazione, indipendentemente da settore o dimensione. Si tratta di uno strumento essenziale per:
- migliorare l’efficienza operativa,
- strutturare la governance aziendale,
- accrescere la fiducia degli stakeholder.
Con l’adozione di questo standard, le aziende possono affrontare in modo sistemico e proattivo i rischi ESG, garantendo continuità e sostenibilità al proprio modello di business.
L’Enterprise Risk Management come strumento strategico
Tra i pilastri della governance sostenibile, l’ERM – Enterprise Risk Management svolge una funzione cruciale: consente di identificare, valutare e gestire i rischi ESG nel loro impatto diretto su performance, valore economico, solidità patrimoniale e reputazione aziendale.
Mentre i rischi ambientali sono oggi più facilmente monitorabili anche grazie alla tassonomia europea, quelli sociali e di governance sono per natura più sfuggenti. Tuttavia, la loro rilevanza strategica è spesso ancora maggiore, poiché riguardano le persone, le relazioni e l’etica aziendale.
La dimensione umana e la complessità dei rischi sociali e di governance
I rischi sociali (S) – come disuguaglianze, parità di genere, sicurezza, inclusività, relazioni sindacali, capitale umano – sono legati alla dimensione emotiva, culturale e valoriale delle organizzazioni. Riconoscerne l’impatto è essenziale per generare fiducia e appartenenza.
Analogamente, i rischi di governance (G) riguardano le scelte strategiche, la trasparenza, l’equilibrio tra poteri, la gestione del rischio legale e reputazionale. La mancanza di presidi interni, come un adeguato codice etico o un solido sistema di controllo, può esporre l’azienda a danni difficilmente reversibili.
La nuova visione della corporate governance: oltre il profitto
Oggi la sostenibilità allarga i confini della governance aziendale. Non è più solo una questione di profitto, ma anche di scopo, impatto e valore sociale. Il ruolo degli amministratori, dei manager e degli stakeholder si evolve verso una leadership responsabile, capace di:
- integrare ambiente, società ed etica nei processi decisionali;
- generare valore condiviso e a lungo termine;
- rispondere alle sfide della transizione ecologica e digitale.